L’anarchico venuto dall’America
A breve cominceranno le riprese del documentario, scritto e diretto da Gabriele Cecconi, girato a Prato e in Toscana, con troupe tutta pratese e toscana.
Essendo un film indipendente, prodotto dall’Associazione culturale senza scopi di lucro Alfafilm, il reperimento delle risorse economiche prevede anche il crowdfunding.
I contributi saranno versati, unicamente tramite bonifico bancario e circuito di carte di credito PayPal, direttamente sul conto corrente della stessa Associazione culturale Alfafilm, e saranno utilizzati esclusivamente per la realizzazione del film su Gaetano Bresci.
Tutti i contributi (minimo 10 €) potranno godere della deducibilità fiscale, come sotto riportato.
La storia

Finalmente un documentario rigorosamente storico sulla storia dell’anarchico pratese Gaetano Bresci, la sua vita avventurosa, le sue idee, la sua morte misteriosa.
Nato a Prato nel 1869, operaio tessile del Fabbricone, a 29 anni lasciò la città ed emigrò a Paterson, la città della di seta degli Stati Uniti. Qui si formò una famiglia e dopo due anni tornò in Italia per uccidere il re Umbero I di Savoia, il 29 luglio 1900.
Condannato all’ergastolo, fu rinvenuto morto nel penitenziario di Santo Stefano (Isole Ponziane) il 22 maggio 1901. Attorno al collo aveva un nodo scorsoio, fatto con un fazzoletto. Ma ci si può impiccare con un fazzoletto?
Bresci si suicidò o fu “suicidato”?
Ormai tutti gli studiosi propendono ad avvalorare questa seconda ipotesi, sostenuta anche da Sandro Pertini, che fu incarcerato nello stesso penitenziario durante il fascismo. Bresci sarebbe stato ucciso a bastonate durante un “santantonio”, così veniva chiamata dai detenuti quella triste pratica.
Sotto il pretesto di tentata ribellione, le guardie gettavano sul disgraziato coperte pesanti e poi lo colpivano con bastoni fino a farlo morire.
Il documentario
Il nostro obiettivo è quello di ricostruire in maniera rigorosa (insieme a docenti universitari come il prof. Federico Lucarini e attraverso interviste agli storici Giuseppe Galzerano e Arrigo Petacco) gli eventi che spinsero il giovane migrante ad andarsene da Prato per poi rientrare in Italia per uccidere il re, una storia mai affrontata né da un film né da un documentario.
Il documentario, nella realizzazione del quale cercheremo di coinvolgere le istituzioni politiche, economiche e culturali della città di Prato, della Toscana e del Ministero di Beni culturali, sarà girato in gran parte a Prato, con troupe in prevalenza pratese e tutta toscana. C’è stata per molto tempo una damnatio memoriae nei confronti del regicida pratese, ma è stata uno sbaglio. Gaetano Bresci, qualunque sia il giudizio personale su di lui, è un personaggio storico importante e noi dobbiamo conoscerlo sgombrando il campo da ogni ideologia e adottando un punto di vista rigorosamente storico.
C’è chi lo considera un terrorista assassino e chi un idealista che ha sacrificato la sua vita per la costruzione di un mondo più giusto. Il nostro intendimento non è quello di esaltare o di condannare, ma di capire, il nostro approccio non sarà ideologico ma rigorosamente storico. E la storia ci dice che tornò dall’America per vendicare le vittime dei moti di Milano del 1898, quando il generale Bava Beccaris sparò col cannone sui manifestanti che chiedevano pane e il Re lo premiò con le massime onorificenze militari e nominandolo senatore. Bresci aveva 30 anni e sapeva benissimo che non avrebbe più rivisto la moglie e la figlia.
Ricordiamoci di quanto scrisse Armando Meoni nel 1969 in Prato storia e arte: “Credo sia giunto il momento di far sì che Gaetano Bresci cessi di essere “un nome di leggenda assai più che di storia”.
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