L’anarchico venuto dall’America
Sinossi
Il film documentario racconta la vita e la morte di Gaetano Bresci, l’anarchico italiano che tornò da Paterson (New Jersey) per uccidere il re Umberto I, il 29 luglio 1900 a Monza, sparandogli tre colpi di revolver. È composto da scene di fiction e scene documentaristiche, commentate dal Prof. Giorgio Sacchetti (Università degli Studi Roma Tre) e dal Prof. Giuseppe Galzerano (storico ed editore). Il film si sofferma sulle tappe principali della vita privata e politica di Bresci e approfondisce in particolare i motivi che lo costrinsero ad emigrare in America e quelli che lo convinsero a tornare in Italia, abbandonando la moglie Sophie e l’amatissima figlia Madeleine.
La dolorosa decisione fu presa da Bresci quando venne a sapere dei gravi fatti accaduti nel maggio 1898 a Milano: la popolazione era scesa nelle strade per protestare contro il forte aumento del prezzo del pane e della farina, e il generale Bava Beccaris aveva ordinato all’esercito di sparare col cannone sulla folla dei dimostranti, uccidendo ottanta persone e ferendone quattrocentocinquanta.
Nei giorni successivi alla strage, il re Umberto I aveva insignito il generale della medaglia d’oro al valore militare e poi lo aveva addirittura nominato Senatore del Regno, e quello per Bresci era intollerabile. Il documentario indaga anche sulla morte di Bresci nell’ergastolo dell’isola di Santo Stefano nel maggio 1901, quando il detenuto più sorvegliato d’Italia fu trovato impiccato con un asciugamano alle sbarre della sua cella. Quali furono davvero le cause della sua morte? Suicida secondo la versione ufficiale, o “suicidato” come ormai ritengono tutti gli storici e i giornalisti che si sono occupati del caso?
Crediti
Titolo originale: L’anarchico venuto dall’America
Titolo internazionale: The anarchist who came from America
Paese/anno: Italia, 2019
Durata: 70 min.
Scritto e diretto: Gabriele Cecconi
Produzione: Alfafilm
Produttore esecutivo: Stefano Mutolo
Distribuzione: Berta Film
Lingua: Italiano /sottotitoli inglese
Trailer
MOTIVAZIONI
A tutt’oggi non esiste nessun documentario né film di finzione su Gaetano Bresci a causa del perdurare della rimozione storica di questo drammatico avvenimento che ha cambiato la storia d’Italia, una “damnatio memoriae” che dura ancora adesso, in maniera del tutto anacronistica, come se non parlandone si potesse cancellare dai libri di storia. È certo che Sergio Leone lavorò a lungo ad un film
su Bresci, interpretato da Marcello Mastroianni e intitolato “Vado, l’ammazzo e torno” (Marcello Garofalo, “Tutto il cinema di Sergio Leone”, Baldini & Castoldi, p. 136). Oltre a questo di Leone ci sono stati altri progetti televisivi e cinematografici, che però non hanno mai avuto seguito. Il gesto di Bresci fece scalpore all’epoca e fu riportato da tutti i giornali del mondo; in seguito si è cercato di nasconderlo, di dimenticarlo. Questo film documentario vuole rimuovere questa rimozione, in linea con quella che è sempre stata la mia idea di cinema: raccontare storie scomode, poco conosciute, che nessuno ha mai raccontato. Gaetano Bresci, in qualunque modo lo si giudichi, è un personaggio di primaria importanza e la sua vita avventurosa tra amori e anarchia non merita di finire nel dimenticatoio della storia. La sua rimozione storica e il conseguente tentativo di cancellazione e annullamento iniziò il giorno dopo il regicidio, quando il sindaco di Prato propose a tutti i cittadini che si chiamavano Bresci di cambiare il loro cognome. Continuò con la richiesta a gran voce di depennare dalle carte geografiche del Regno d’Italia la città di Prato, colpevole di avergli dato i natali. Su questa linea anche il parroco che lo aveva battezzato, il quale scrisse sul suo certificato di nascita “melius erat si natus non fuisset homo ille”. E continuò anche con Benedetto Croce, che nella sua Storia d’Italia dal 1871 al 1915 scrive: “Un epilogo dolorosissimo ebbe quella lotta di reazionari e liberali con l’assassinio che un anarchico, venuto dall’America, compié il 29 luglio 1900 a Monza del buono e cavalleresco re Umberto…”. Come si vede, il più grande storico e filosofo italiano del tempo parla genericamente di “un anarchico venuto dall’America”, non dice niente di lui, né il suo nome né le motivazioni del suo gesto. Dice soltanto che veniva dall’America, accreditando implicitamente l’idea che chi aveva ucciso il “buono e cavalleresco re Umberto” fosse un americano e non un italiano. Ebbene, questo film documentario vuole restituire il nome a questo anarchico senza nome, far conoscere dove e come visse, prima e dopo il regicidio, approfondendo le motivazioni del suo gesto.
NOTE DI REGIA
Personalità complessa e sfaccettata, eccessiva in tutto, uomo in rivolta contro il suo tempo come pochi altri, ribelle contro le ingiustizie esercitate dal potere anche
se commesse a discapito di altri, convinto che non c’è possibilità di giustizia se non lottando (anche uscendo dalla legalità) contro quel potere che le ha rese legali. Irruento, egocentrico, esagerato fin da giovane, fuori da ogni misura, è un anarchico rivoluzionario che vuole cambiare le cose radicalmente e per sempre, tutto e subito, al di là delle strategie politiche riformiste e graduali e della comune moderazione che sconsiglia gli eccessi. Bresci è un personaggio “contro”, che non esita a portare a termine la sua personale vendetta a discapito della felicità sua personale e della sua famiglia. Per questi motivi ha sempre suscitato polemiche e controversie: c’è chi lo ha considerato un terrorista squilibrato e assassino e chi un idealista che ha sacrificato la sua vita per la costruzione di un mondo più giusto. Il mio intento, al contrario, non è stato quello di esaltare o di condannare, ma di capire e di raccontare, nella maniera più obiettiva possibile, la sua vita pubblica e quella privata, la sua formazione anarchica e i suoi amori, non tacendo né i pregi né i difetti. Di fronte a opposte valutazioni politico-ideologiche, ho preferito un approccio esclusivamente e rigorosamente storico, evitando condanne o esaltazioni che, di solito, non aiutano a comprendere la realtà.
Le scelte linguistiche e stilistiche sono state fatte all’insegna del rigore, senza effetti speciali; le immagini di fiction sono in bianco/nero come il cinema di quel periodo storico, la messa in scena semplice e misurata, la scenografia essenziale. I movimenti macchina sono pochi e sempre linguisticamente motivati, come nel caso del piano sequenza che racconta la morte di Bresci: grazie alla sua continuità, senza le interruzioni e manipolazioni del montaggio, assume la connotazione della probabile verità storica, in contrasto con quella ufficiale.
Contatti
Regista/Produttore: Gabriele Cecconi – gabrielececconi@hotmail.com
α ALFAFILM – https://www.alfafilm.it – info@alfafilm.it
Tel/Fax: +39 – 0574 – 464492 cell: +39-333-8593933
Produttore Esecutivo/World Sales: Stefano Mutolo (Berta Film)
Tel. +39 3280347987 – Email. stefano@bertafilm.it